Sam Altman, Ceo di Open AI, ha svelato in una recente intervista un modo per utilizzare ChatGPT a cui probabilmente nessuno avrebbe mai pensato: scopriamo di cosa si tratta e come potrebbe migliorarci la vita.
L’arrivo di ChatGPT è stato un evento segnante dell’epoca che stiamo vivendo. Il chatbot intelligente creato da Open AI ha permesso a tutti di sperimentare nuove soluzioni per vari campi della vita, di giocare e divertirsi, di migliorare la gestione del tempo libero e velocizzare alcuni processi lavorativi al punto da massimizzare la produttività e guadagnare in tempo libero e in qualità dei ritmi di lavoro.
I campi di applicazione delle AI sono innumerevoli e una volta che questi sistemi saranno opportunamente istruiti e migliorati diventeranno indispensabili per la gestione sia del lavoro che degli aspetti meramente organizzativi all’interno dei nostri appartamenti. Di base dunque ci troviamo di fronte ad un assistente virtuale in grado di migliorare il supporto che già ci forniva il web.
In più questi software sono in grado aiutarci anche nella produzione, fornendoci non solo la conoscenza e le informazioni di cui abbiamo bisogno, ma anche delle produzioni fatte e finite che necessitano semplicemente di controllo e aggiustamenti per essere esattamente come vorremmo che fossero.
Senza considerate il fatto che la capacità di apprendimento e di sintesi di questi software può aiutare ad una maggiore comprensione e una maggiore velocità di apprendimento di concetti complessi e specialistici. Insomma siamo in presenza di uno strumento la cui utilità e potenzialità è davvero enorme.
In questa fase iniziale di diffusione delle AI siamo abituati a pensarle come strumento per il lavoro al PC o per la ricerca di informazioni utili allo svolgimento di una mansione o di un compito. Ma se vi dicessimo che ChatGPT può diventare un alleato indispensabile anche nella vita di tutti i giorni e aiutarci anche nella crescita e nell’accudimento dei nostri figli?
A svelare questo dettaglio ci ha pensato il Ceo di Open AI Sam Altman, svelando durante un’intervista che ha utilizzato il chatbot per capire il motivo per cui suo figlio stava piangendo. Il dirigente della società produttrice di ChatGPT ha spiegato di aver scritto un prompt in cui spiegava il comportamento del bimbo ed in cui precisava da quanto tempo questo comportamento andava avanti.
A quel punto ChatGPT ha provato ad ipotizzare alcune possibili motivazioni, suggerendo che magari il piccolo avesse fame o che, magari, si sentisse a disagio poiché aveva appena espletato i propri bisogni fisiologici. Da questo racconto emerge come il chatbot possa essere un ausilio per quei neo genitori che hanno ansie varie quando il neonato piange senza sosta, suggerendo loro azioni da compiere al fine di fare stare bene il piccolo.
Chiaramente non ci si può affidare totalmente all’AI per la gestione e l’accudimento di un bambino ed è sempre opportuno avvalersi del parere di uno specialista e di opportuni controlli medici laddove si renda necessario, tuttavia il fatto di poter contare su un aiuto per la gestione quotidiana quando non si può contattare nessuno è sicuramente un conforto in più.
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