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Allarme privacy coi sistemi di videosorveglianza: spunta un’indagine inquietante

Published by
Pasquale Conte

Stando a quanto emerso da una recente indagine, circa il 92% dei sistemi di videosorveglianza metterebbe a repentaglio la privacy degli utenti

La ricerca è stata condotta da Federprivacy e Ethos Academy, con l’obiettivo di capire in che modo i sistemi di videosorveglianza vanno ad intaccare la privacy degli utenti. Stando a quanto emerso, solamente l’8% degli impianti in Italia sarebbe in linea col GDPR per ciò che riguarda la tutela della privacy. Un fattore che costa ad imprese pubbliche e private fino a 4 milioni di sanzioni.

Spunta una indagine in merito ai sistemi di videosorveglianza (Adobe Stock)

Le città italiane sono sempre più smart, ma gli occhi delle telecamere disseminate ormai ovunque non sono troppo rispettosi della privacy dei cittadini” il cartello informativo per i cittadini che, come previsto dalle linee guida n. 3/2019 del GDPR, va affisso quando si installa un impianto di videosorveglianza. O almeno, così dovrebbe essere.

L’indagine sui sistemi di videosorveglianza in Italia

Ecco tutti i dettagli (Adobe Stock)

Secondo quanto emerso dalla ricerca, solamente l’8% degli intervistati ha affermato di aver visto in un servizio pubblico il relativo cartello idoneo, che informa della presenza di telecamere. Inoltre, nel 38% dei casi il cartello manca del tutto, mentre nel 54% delle volte c’è ma è compilato con informazioni obsolete e non necessarie.  “Anche se il GDPR ha segnato una svolta storica per la tutela della privacy dei cittadini, il fatto che chi installa i sistemi di videosorveglianza abbia ancora scarsa sensibilità verso le regole in materia di protezione dei dati personali rappresenta un fenomeno preoccupante. “ ha spiegato il presidente di Federprivacy Nicola Bernarsi.

Lo stesso ha poi aggiunto: “Sono trascorsi ormai due anni da quando i garanti europei hanno pubblicato le Linee Guida n.3/2019 per fornire ogni chiarimento eventualmente necessario, e quindi non dobbiamo sorprenderci se più del 15% delle sanzioni sono specificamente riferite proprio a violazioni commesse attraverso telecamere e impianti di videosorveglianza, gravando complessivamente per le imprese pubbliche e private per oltre 4 milioni di euro”.

La situazione continua ad essere molto preoccupante, soprattutto nel sud Italia dove il 15% ha affermato di ritenere necessaria una formazione più adeguata sulla tutela della privacy. Nelle aziende che se ne occupano, solo il 3% ha affermato di avere tra i propri collaboratori il Data Protection Officer.

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Pasquale Conte

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