Il nuovo firmware degli AirTag chiude grosse problematiche alla privacy. Conferme sul rilascio di un’app per i dispositivi Android.
E adesso arrivano i primi problemi alla privacy. A poco più di un mese di distanza dal lancio ufficiale, gli AirTag tornano a far parlar di sé e questa volta per motivi non propriamente meritevoli. Costruiti con il solo scopo di rintracciare oggetti smarriti, l’utilizzo dei piccoli localizzatori di Apple si è ampliato sino al punto da arrivare a seguire gli spostamenti delle persone, con evidenti ripercussioni alla riservatezza. Un salto “quantico” tutto sommato abbastanza preventivabile se consideriamo la natura a buon mercato di questi accessori (il prezzo ufficiale è di 35 euro per il singolo modello, con disponibilità su Amazon e Apple Store, ndr) e la versatilità che sta dietro alla loro ingegnosa tecnologia.
Inevitabile, dunque, che qualcuno abbia volutamente scelto di utilizzare gli AirTag per scopi completamente diversi, costringendo Apple a tappare le grosse voragini della sicurezza. Tramite una nota rilasciata al quotidiano americano CNET, il gigante di Cupertino ha infatti annunciato la disponibilità di un nuovo aggiornamento firmware che ha come risultato l’abbassamento del periodo di tempo – da 3 giorni alla più breve finestra ricompresa tra le 8 e le 24 ore – oltre il quale l’AirTag inizierà ad emettere un suono regolare dopo essere stato separato dal suo legittimo proprietario.
La modifica persegue un obiettivo marcatamente pratico. Se qualcuno prova oggi a riporre un AirTag dentro a una borsa o ad un qualsiasi altro accessorio in possesso di una certa persona, ebbene l’accessorio di Apple emetterà dei “beep” ad intervalli regolari – aventi lo scopo di identificare la disconnessione dallo smartphone a cui è associato – dopo un periodo di tempo di tre giorni. Si tratta, come è facile intuire, di una finestra troppo dilatata, giacché agevola il tracciamento degli spostamenti dell’utente per così dire “bersaglio“. Certo, l’AirTag dovrà poi essere pur sempre recuperato dal proprietario (con tutte le ripercussioni che ne potrebbero derivare), ma questa è un’altra storia.
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Il nuovo aggiornamento è in corso di distribuzione su tutti i modelli finora in commercio. Per installarlo, non occorrerà compiere operazioni particolari, dal momento che il firmware verrà scaricato e installato automaticamente una volta che l’accessorio di Apple entrerà a contatto con l’iPhone o l’iPad a cui è associato.
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Nel frattempo, il sodalizio capitanato dall’addì Tim Cook ha annunciato il futuro approdo di un’app Android che avrà lo scopo di rilevare i piccoli localizzatori di Apple e di emettere una notifica con le stesse metodologie già viste sui dispositivi della “mela”; la disponibilità del software è attesa entro fine anno, verosimilmente con il rilascio dei nuovi iPhone 13.
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