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Addio Siri, l’assistente vocale di Apple non potrà più farlo | Utenti senza parole

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Antonino Gallo

C’era una volta un’applicazione indipendente per iOS, resa disponibile tramite il canale commerciale App Store. La favola di Siri comincia da qui. Da molto lontano.

Da buon cacciatore di investimenti, il colosso di Cupertino si accorse subito che quell’app che nascondeva un Assistente Virtuale coi fiocchi, poteva fare il caso di milioni e milioni di utenti affascinati da quei device griffati dalla Mela più famosa al mondo.

Addio: “Hey Siri” (Web Source)

Apple decide di prendersi quel gioiellino di app il 28 aprile 2010, un talento che Tim Cook e compagnia seppero sfruttare alla grande, facendo diventare grande: un software adattabile agli usi, alle ricerche e alle preferenze linguistiche individuali degli utenti, con risultati personalizzati, presente nei dispositivi iOS, macOS, watchOS e tvOS, quali iPhone, iPad, Mac, Apple Watch e Apple TV.

Siri così come siamo abituati a chiamarla, ben presto, non sarà più così. Un’evoluzione che da Cupertino hanno in mente da un po’ di tempo, ma che entro il 2024 potrebbe diventare realtà. Gli utenti Apple potrebbero non dover urlare “Ehi, Siri”, come ha funzionato per oltre un decennio. Il gigante della tecnologia californiano sta cercando di abbreviare la parola di attivazione del suo assistente vocale, in pratica togliendo “Ehi Siri”. Sembra niente, in fondo sono tre lettere e una esclamazione in meno. In realtà c’è molto altro.

Una mossa per stare davanti a Google

Siri – Cellulari.it

Mark Gurman, noto analista di Bloomberg, è convinto che Apple stia seguendo il piano di Amazon con Alexa, che può essere attivato pronunciando solo “Alexa”. Nel frattempo, l’Assistente di Google ha ancora bisogno di “Ehi, Google” o “OK, Google” per attivare una risposta. Ecco, quella semplice cancellazione di “ehi”, porterebbe Apple a stare un passo avanti al competitor di Mountain View.

I test del “nuovo” Siri sono in corso da mesi, lo ha esplicitamente ribadito Mark Gurman nella sua newsletter Power On. Ma ciò non significa che probabilmente vedremo presto il lancio di una sola parola. Anche un cambiamento così piccolo richiede un’enorme quantità di formazione sull’IA e lavoro di ingegneria, come giustamente ha spiegato Mark Gurman, il che significa che l’aggiornamento potrebbe non essere rilasciato fino al prossimo anno o addirittura nel 2024. Uno dei punti focali è che Apple sta cercando di integrare ulteriormente Siri nelle app di terze parti, migliorando al contempo la sua capacità di comprendere i suoi utenti. Dietro quell’Ehi Siri, c’è un mondo.

Non è un segreto che, sebbene Siri sia migliorato negli ultimi anni – puntualizza Mark Gurman, sempre sulla newsletter Power On – il sistema può ancora spesso fraintendere gli utenti o intraprendere la linea d’azione sbagliata su una richiesta. Inoltre, il ritmo dei miglioramenti non è sempre stato al passo con la concorrenza“. L’utilizzo di una sola parola, come fa Amazon con Alexa, consentirebbe richieste più rapide e dirette, un notevole margine minore di errore e soprattutto l’aumento delle performance di Siri quando è necessario che l’assistente virtuale di Apple completi più di un’azione.

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Antonino Gallo

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