Addio pezzotto? Amazon ha trovato il modo per farti dire basta allo streaming illegale

Amazon ha compiuto un passo importante che consentirà di bloccare la diffusione di contenuti streaming illegali e persino l’applicazione utilizzata per fare funzionare il “Pezzotto”: di cosa si tratta e come funziona.

La lotta ai contenuti streaming pirata è più viva che mai. Da qualche anno a questa parte il governo italiano ha approvato una legge quadro contro la pirateria, fornendo al contempo ad Agcom strumenti per agire in maniera rapida e incisiva contro i siti web che propongono contenuti piratati (adesso grazie all’accordo con le reti VPN è ancora più semplice bloccare i servizi illeciti) e per scovare i fornitori e gli utilizzatori del “Pezzotto”.

Le misure messe in campo hanno permesso dunque di bloccare intere reti di diffusione di contenuti pirata, ma non sono state sufficienti a risolvere il problema alla base. I servizi streaming illegali continuano ad esistere e l’IPTV continua ad essere la principale fonte di contenuti piratati utilizzata non solo in Italia, ma nel resto d’Europa.

Recenti stime hanno portato a galla qual è il danno annuo arrecato dai servizi illegali ai gestori di piattaforme streaming e la cifra è decisamente importante: pare che annualmente vi sia una perdita complessiva di ricavi pari a 3 miliardi di euro. Una somma sufficientemente cospicua da dare noia anche a giganti della distribuzione come DAZN, SKY, Netflix, Disney + e Amazon Prime Video.

Se DAZN ha optato per una politica punitiva, associandosi alle indagini della Guardia di Finanza per chiedere il risarcimento a quegli utenti che sicuramente hanno usufruito dei suoi servizi in maniera illegale (ad inizio mese è stata data notizia dell’invio di lettere minacciose in cui l’azienda chiedeva un risarcimento economico per evitare la causa legale), Amazon ha adottato un approccio differente.

Amazon punta a bloccare il “Pezzotto” con un cambio di architettura: addio a Google, ma anche alla pirateria?

Con ogni probabilità la decisione è stata presa a prescindere dalla questione pirateria. Amazon ha infatti deciso di non usufruire più del sistema operativo Android nei suoi nuovi Fire Stick, device che si collegano alla televisione per farle diventare smart e dunque avere accesso ai contenuti streaming e a tutta una serie di applicazioni che necessitano di internet per funzionare.

La decisione di puntare su un sistema operativo proprietario è dovuta alla volontà di avere maggiore controllo sulle applicazioni che vengono installate sul Fire Stick, in questo modo (si tratta di una scelta adottata da Apple sin da principio e da altre case come Samsung ed LG per i loro tv) sarà praticamente impossibile effettuare il sideload, ovvero il caricamento di applicazioni scaricate all’esterno dello store ufficiale.

In linea puramente teorica dunque sarà impossibile installare l’app necessaria ad utilizzare il “Pezzotto”, anche se si tratta di un impedimento che potrebbe essere aggirato in futuro dagli sviluppatori dell’app illegale. Se in un primo momento l’app che sfrutta l’architettura Google per funzionare sarà completamente bloccata, in un futuro potrebbe anche funzionare ma con maggiori difficoltà di implementazione e con una maggiore probabilità che con il tempo il funzionamento venga interrotto dal sistema.