1500 euro di pensione mensile anche senza invalidità totale, ecco la misura che lo permette: tutti i dettagli da conoscere.
Le questioni legate all’invalidità civile risulta sempre molto dibattute, soprattutto perché riguardano persone che hanno bisogno di sostegno per le loro patologie. Detto che, chi viene riconosciuto dall’INPS come invalido civile al 100%, può avere oltre alla pensione anche l’accompagno (qualora non sia autosufficiente), lo stesso non si può dire per chi ha un’invalidità di percentuale inferiore.
La percentuale di invalidità viene attribuita al cittadino da un’apposita commissione medica dell’ASL, che valuta le condizioni di salute del richiedente basandosi su tabelle ministeriali. Dopo il responso, viene assegnata una percentuale di invalidità utilizzando particolari metodologie, soprattutto in caso di più patologie.
Dal 33% di invalidità, si gode del diritto alla fornitura gratuita di protesi ed ausili utili alla propria patologia, mentre a salire al 46% si ha diritto all’iscrizione alle liste di collocamento mirato (Legge 68/99). Dal 51% in poi, si aggiunge un congedo straordinario per cure, mentre dal 60% la possibilità per chi lavora di essere inserito nelle categorie protette.
Dal 66% scatta l’esenzione dalle tasse universitarie, dal 67% quella dai ticket sanitari e con almeno il 74%, con un reddito inferiore alle soglie, si può avere l’ assegno mensile di invalidità civile. Grazie a questa misura, chi non raggiunge il 100% di invalidità civile può ottenere una pensione da 1500 euro al mese: ecco perché, chi ne può beneficiare e qual è il funzionamento.
Tra le varie opzioni pensionistiche attive al momento nel nostro paese c’è anche l’Ape Sociale, soluzione spesso tra le più accessibili per chi ha un’invalidità civile superiore al 74%. La formula è attivabile solo entro i 67 anni e deve essere presentata apposita domanda; l’importo massimo lordo è di 1.500 euro lordi ma non è reversibile e non contempla integrazioni o maggiorazioni.
Inoltre, l’Ape Sociale non include la tredicesima e la rivalutazione per inflazione; non c’è compatibilità con redditi da lavoro dipendente o autonomo, eccezion fatta per il lavoro occasionale con limite di 5.000 euro annui di guadagno. L’assegno cessa automaticamente al raggiungimento dei 67 anni, quando invece va presentata domanda per la pensione ordinaria di vecchiaia.
Tra pro e contro, l’Ape Sociale resta una buona opzione (o per lo meno un’alternativa da considerare) per tutti quegli invalidi che, anche non avendo il 100%, voglio comunque uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
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